Stavo facendo quattro chiacchiere col vecchio Troy della Polizia Metropolitana all'angolo di Arbour Hill
e mi venga un accidente se non mi arriva un fottuto spazzacamino
e per poco non mi cacciava il suo arnese in un occhio.
Mi volto di botto per fargli vedere se mi puzzava il fiato o no
quando chi ti vedo a bighellonare dalle parti di Stony Batter? Hynes, Joe Hynes in persona.
- Toh, Joe, gli fo. Cosa si fa di bello?
Che l'hai visto quello spazzacamino fottuto che per poco non mi cava un occhio con la sua granata?
- La fuliggine porta bene, fa Joe.
Chi era quel vecchio coglione che parlava con te?
- Il vecchio Troy, faccio io, stava nella polizia.
Mi verrebbe quasi la voglia di dar querela a quel bischero per occupazione abusiva del suolo pubblico con le sue spazzole e le sue scale.
- E tu, che fai da queste parti? dice Joe.
- Niente di speciale, dico io.
C’è un vecchio furbacchione fottuto d’un ladro laggiù alla chiesa della caserma all’angolo di Chicken Lane.
- il vecchio Troy mi stava giusto spifferando qualcosa su di lui -
che s’è fregato un buscherìo di tè e di zucchero da pagare a tre scellini la settimana,
ha detto che aveva una fattoria nella contea di Down
e così gliel’ha fatta a quel soldo di cacio di Moses Herzog,
quello che sta dalle parti di Heytesbury street.
- Un circonciso? dice Joe
- Eh sì, faccio io. Uno un po’ sonato.
L’altro è un vecchio stagnaro di nome Geraghty.
Gli sto alle costole da 15 giorni buoni e non mi riesce di cavargli un penny.
- È questo il lavoro che fai adesso? dice Joe.
- Eh, sì, faccio io. A cosa siamo ridotti! Esattore di mali debiti dubbi.
E quello là è il più famigerato grassatore fottuto che potrai mai incontrare con quella faccia tutta butterata che pare un colabrodo.
Glielo dica, mi fa, lo sfido, mi fa, e lo risfido di mandarla qui un'altra volta, mi fa,
e se lo fa, mi fa, lo farò chiamare in tribunale, lo farò per commercio senza licenza.
Tutto questo dopo essersi abboffato da scoppiare!
Cristo, e a me che mi veniva da ridere all'ebreuccio che non stava più nei panni dalla rabbia.
Lui bere miei tè. Lui mangiare miei zuccheri. Perché lui non pagare i miei denari?
Per merci non deperibili acquistate presso il signor Moses Herzog, commerciante, 13 Saint Kevins parade nella città di Dublino, rione Riva Wood, commerciante, qui in appresso denominato il venditore,
e vendute e consegnate al signor Michael E. Geraghty, 29 Arbour Hill nella città di Dublino, rione Riva Arran, qui in appresso denominato l'acquirente,
cioè a dire, cinque libbre avoirdupois di tè di prima scelta a tre scellini e zero pence la libbra avoirdupois
e quarantadue libbre avoirdupois di zucchero, cristallizzato, a tre pence la libbra avoirdupois,
detto acquirente deve a detto venditore una lira sterlina cinque scellini e sei pence per valore ricevuto
il cui ammontare dovrà essere pagato a detto venditore da detto acquirente contraente il debito
in rate settimanali mediante versamento ogni sette giorni della somma di tre scellini e zero pence:
e dette merci non deperibili non dovranno essere né cedute in pegno né depositate come cauzione né vendute o altrimenti alienate da detto acquirente
ma dovranno essere e rimanere e ritenersi sola ed esclusiva proprietà di detto venditore
affinché egli ne disponga secondo la sua volontà e piacere
fino a quando detto ammontare non sia stato debitamente versato da detto acquirente a detto venditore
in conformità delle norme specificate nel presente atto secondo quanto concordato in data odierna
fra il detto venditore e suoi eredi, successori, rappresentanti e delegati da una parte,
e il detto acquirente e suoi eredi, successori, rappresentanti e delegati, dall'altra parte.
- Sei un astemio convinto? dice Joe.
- Tra un bicchierino e l'altro non piglio nulla, faccio io.
- Che ne diresti di presentare i nostri omaggi all'amico? dice Joe.
- Chi? faccio io. Ma quello è uscito mentecatto di sicuro, poveraccio.
- A bere gli intrugli che fa lui? dice Joe.
- Eh, si, faccio io. Il cervello gli è andato in acqua e whisky.
- Facciamo una puntata da Barney Kiernan, fa Joe. Voglio vedere il cittadino.
- E vada per il buon vecchio Barney, faccio io. Niente di fantastico o di sensazionale, Joe?
- Neanche l'ombra, dice Joe. Sono stato a quel convegno al City Arms.
- Che roba era, Joe? faccio io.
- Mercanti di bestiame, dice Joe, per quella storia dell'afta epizootica. Voglio dir due paroline in proposito al cittadino.
Cosi ci siamo avviati dalla parte della caserma Linenhall e dietro il tribunale, chiacchierando del più e del meno.
È una brava persona Joe quando è in forma ma è sicuro che non succede mai.
Cristo, non riuscivo a mandarlo giù quel furbacchione fottuto di Geraghty, grassatore da strada maestra.
Per commercio senza licenza, dice lui.
Ad Inisfail la bella, v'ha una contrada, la contrada del venerabile Michan.
Ivi s'erge una torre che uom vede da lungi.
Ivi i possenti morti hanno riposo come nella loro vita riposarono, guerrieri e principi di vasta rinomanza.
È una contrada aprica in verità con acque murmuri, con correnti pescose
ove folleggiano il pesce farfalla, la sogliola, la carpa, I'ippoglosso, il merluzzo gobbo, il salmone, il rombo, il merlano nero, la lima
e tutta la torma di pesci volgari e altri abitatori dell'acquoreo regno troppo numerosi per essere enumerati.
Alle miti brezze d'occidente e d'oriente i maestosi alberi fanno ondulare in varie direzioni il loro fogliame di prima qualità,
il balsamico sicomoro, il cedro del Libano, il platano slanciato, l'eugenico eucalipto,
e altri ornamenti del mondo arboreo di cui quella plaga è abbondantemente fornita.
Amabili damigelle si assidono in stretta prossimità alle radici degli alberi amabili
cantando le canzoni più amabili mentre giocano con ogni sorta di amabili oggetti
quali ad esempio lingotti d'oro, argentei pesci, barilotti di aringhe, cassette di anguille, merluzzini, panieri di stelline di mare, gemme di mare violacee e insetti festevoli.
E vengono da lungi gli eroi per conquistarle,
da Elbana a Slievemargy,
gli impareggiabili principi dell'indomito Munster e di Connacht il giusto,
e del lene morbido Leinster e della terra di Cruachan e di Armagh la splendida
e del nobile circondario di Boyle, prenci, figli di re.
E ivi s'erge un fulgido palagio il cui tetto di cristallo scintillante scorgono i marinai che traversano l'esteso mare su vascelli costruiti all'uopo
e quivi giungono tutti i greggi e gli animali ingrassati e le primizie di quella contrada
dappoiché O'Connel Fitzsimon ne toglie balzelli, grande capo, progenie di capi.
Quivi gli immensi carri portano le messi dei campi,
panierate di cavolfiori, carrettate di spinaci, ananassi in conserva, fagioli di Rangoon, staia di pomodori,
barattoli di fichi, moggi di navoni di Svezia, patate sferiche e iridescenti cavoli, di York e di Savoia,
e telai di cipolle, perle della terra, e cestini di funghi e zucche gialle e grasse vecce e orzo e colza,
e mele rosse verdi gialle marrone rossastre dolci grosse agre mature pomellate
e canestrelli di fragole e panieretti di ribes polposo e pelurioso e fragole degne di principi e lamponi spiccati dai loro ramoscelli.
Lo sfido, dice lui, e lo disfido. Vieni fuori, Geraghty, famigerato fottuto grassatore da strada maestra!
E per la medesima strada sen vengono innumeri i greggi di becchi col campanaccio e pecore gonfie di latte e arieti appena tosati e agnelli
e oche selvatiche e vitelloni e giumente annitrenti e vitelli scornati e pecore a pelo lungo e pecore da chiuso
e torelli di prima scelta di Cuffe e animali sterili e scrofe e porcelli da lardo
e le più svariate e differenti varietà dei più distinti suini e giovenche di Angus
e torelli senza corna dal pedigree immacolato
insieme a premiate vacche da latte e buoi:
e ivi eternamente sentivasi un trapestare e ciangottare e ruggire e muggire
e belare e mugliare e mugugnare e grugnire e ruminare e masticare
di pecore e porci e vacche solidungule
giunte dai pascoli di Lusk e di Rush e di Carrickmines e dalle valli irrigue di Thomond,
dai vapori dell'inaccessibile M'Gillicuddy e dall'insondabile e imperioso Shannon,
e dai leni declivi donde nasce la razza di Kiar,
le mammelle tese per l'abbondanza di latte e bottazzi di burro
e vesciche di siero e caratelli e petti d'agnello
e staia di frumento e uova oblunghe, a centinaia, di varia grandezza, color agata e color ambra.
Cosi si entrò da Barney Kiernan
ed eccotelo là non c'è pericolo
il cittadino in un angolo tutto immerso a confabulare fra sé
con quel suo fottuto cane bastardo rognoso, Garryowen,
ad aspettare che piova dal cielo qualcosa da bere.
- Eccolo là, faccio io, nel suo buco col cicchetto davanti e il suo mucchio di cartacce, a lavorar per la causa.
Il bastardo fottuto cacciò un ringhio da farti rizzare i capelli.
Sarebbe un'opera di carità corporale se qualcuno gli togliesse la vita a quel cane fottuto.
M'hanno detto di sicuro che a Santry s'è mangiato il fondo dei pantaloni d'un vigile
che era venuto con un foglio azzurro per una licenza.
- Alto là, dice lui.
- Tutto a posto, cittadino, dice Joe. Siamo amici.
- Via libera, amici, dice lui.
Poi si stropiccia un occhio con una mano e dice:
- Che ne pensate della situazione?
Faceva l'irregolare e il Rory re della montagna.
Ma perdiana, Joe fu all'altezza della situazione.
- Credo che ci sia un rialzo sul mercato, dice, cacciandosi una mano tra le gambe.
Così, perdiana, il cittadino sbatte una zampa sul ginocchio e dice:
- Tutta colpa delle guerre straniere.
E dice Joe, infilandosi un pollice in tasca: - Sono i Russi che han voglia di tiranneggiare.
- Via via, basta con le fesserie, Joe, faccio io, ho una sete che non la darei via per una mezza corona.
- Dalle un nome, cittadino, dice Joe.
- Vino nazionale, fa lui.
- E tu cosa prendi? dice Joe.
- Idem MacAnaspey, faccio io.
- Tre pinte, Terry, dice Joe. E la carcassa funziona sempre bene, cittadino? dice.
- Mai stato cosi bene, a chara, dice. Allora, Garry? Vinceremo? Eh?
E con questo prese per la collottola quel fottuto cagnaccio e, per Cristo, mancò poco lo strozzasse.
La figura seduta su un grosso macigno ai piedi di una torre rotonda era quella di un eroe,
ampie le spalle vasto il petto forti le membra franchi gli occhi rossi i capelli abbondanti le lentiggini
ispida la barba grande la bocca grosso il naso lunga la testa profonda la voce nude le ginocchia muscolose le mani
pelose le gambe acceso il volto nerborute le braccia.
Da spalla a spalla misurava parecchie alne e le sue ginocchia montuose simili a rocce erano coperte,
al pari del resto del suo corpo dovunque appariva,
d'una spessa vegetazione di peli pungenti e fulvi per colore e durezza simili alla ginestra di montagna (Ulex Europeus).
Le nari dalle ampie pinne, donde fuoriuscivano setole dello stesso colore fulvo,
erano talmente capaci che all'interno della loro cavernosa oscurità
la lodoletta avrebbe agevolmente potuto fare il suo nido.
Gli occhi in cui una lacrima e un sorriso si disputavano eternamente il primato
avevano le dimensioni di un cavolfiore di discreta grandezza.
Una poderosa corrente d'alito caldo usciva a intervalli regolari dalla profonda cavità della sua bocca
mentre con ritmica risonanza le vigorose forti e sane ripercussioni del suo cuore formidabile
tuonavano un continuo brontolio facendo sì che il terreno,
la sommità della torre elevata e gli ancor più elevati muri della caverna ne vibrassero e tremassero.
Indossava un lungo vestimento senza maniche di pelle di bue scuoiato di recente
che gli arrivava alle ginocchia a mo' d'ampio gonnellino
e questo era ricinto alla vita da una cintura di giunchi e paglia intrecciati.
Sotto di questo portava brache di pelle di daino rozzamente cucite con minugia.
Le estremità inferiori erano inguainate in alte uose Balbriggan tinte con viola di lichene,
essendo i piedi calzati di scarponi di cuoio di vacca ben secco e stringhe di trachea dell'animale istesso.
Dalla cintura pendeva una filza di ciottoli marini che si scrollavano a ogni movimento della sua portentosa struttura
e su di essi erano incise con arte incolta ma vigorosa le immagini tribali di molti eroi ed eroine irlandesi dell'antichità,
Cuchulin, Conn delle cento battaglie, Niall dei nove ostaggi, Brian di Kincora, il santo Malachia,
Art MacMurragh, Shane O'Neill, Padre John Murphy, Owen Roe, Patrik Sarsfield, Hugh O'Donnell il rosso,
Jim MacDermott il rosso, Soggarth Eohan O'Growney, Michael Dwyer, Francy Higgins, Henry Joy M'Cracken,
Golia, Horace Wheatley, Thomas Conneff, Peg Woffington, il Fabbro del Villaggio, Capitan Chiar di Luna, Capitan Bovcott,
Dante Alighieri, Cristoforo Colombo. S. Fursa, S. Brandano, il Maresciallo MacMahon, Carlo Magno,
Theobald Wolfe Tone, la Madre dei Maccabei, l'Ultimo dei Moicani, Semiramide, il Candidato di Galway,
l'Uomo che sbancò Montecarlo, l'Uomo sulla Breccia, la Donna che disse di no,
Benjamin Franklin, Napoleone Bonaparte, John L. Sullivan, Cleopatra, Savourneen Deelish, Giulio Cesare,
Paracelso, sir Thomas Lipton, Guglielmo Tell, Michelangelo Hayes, Maometto, Lucia di Lammermoor,
Pietro l'Eremita, Pietro l'Imbroglione, Rosaleen la bruna, Patrick W. Shakespeare,
Brian Confucio, Murtagh Gutenberg, Patricio Velasquez, il Capitano Nemo, Tristano e Isotta,
il primo Principe di Galles, Thomas Cook e figlio, l'Ardito Soldatino, Arrah na Pogue, Dick Turpin,
Ludwig Beethoven, la Bella Irlandesina, Waddler Healy, Angus il Culdee, Dolly Mount, Sidney Parade,
Ben Howth, Valentine Greatrakes, Adamo ed Eva, Arthur Wellesley, Boss Croker, Erodoto,
Jack Ammazzagiganti, Gautama Budda, Lady Godiva, Il Giglio di Killarney, Balor del Malocchio, la Regina di Saba,
Acky Nagle, Joe Nagle, Alessandro Volta, Jeremiah O'Donovan Rossa, Don Philip O'Sullivan Beare.
Una lancia abbassata di granito acuminato giaceva al suo fianco
mentre ai suoi piedi posava un feroce rappresentante della stirpe canina
il cui russare misto a rugli intermittenti denunciava essere egli sprofondato in un sonno inquieto,
la quale supposizione era confortata da rochi ringhii e movimenti spasmodici
che il suo padrone reprimeva di tanto in tanto
coi colpi tranquillanti d'un poderoso randello rozzamente ricavato da una pietra paleolitica.