Salve, visualizzatori e visualizzatrici di ogni tempo ed ogni spazio.
Ben ritrovati ad un altro video di discussione in compagnia del sottoscritto, Uomo d’Altri Tempi.
Oggi voglio parlavi di un passatempo che condivido con una buona percentuale delle persone facenti parte di questa società moderna:
mi riferisco al gesto di dilettare la propria mente con l’ascolto di brani e composizioni musicali.
Ma prima di proseguire nell'articolare il mio pensiero a riguardo, volevo comunicarvi che per fare ciò,
ho apportato dei leggeri cambiamenti sull’esposizione di questo tipo di argomentazioni, che introduco in questo video
e che porterò avanti da questo momento in poi, quando dovrò trattare altre discussioni con la stessa tematica.
Ho creato un’altra stanza, qui nell'Angolo di Riposo, che adesso andremo a vedere.
Forza, seguitemi…!
Eccoci arrivati, questa è la Sala Ricreativa:
qui parlerò d’ora in avanti di quelle passioni e quelli argomenti che sono legati strettamente al concetto di arte.
Tutte le altre discussioni e gli hobbies non legati in alcun modo all’arte,
verranno trattate e trattati nel consueto, familiare e formale salottino che mi sono lasciato di fianco.
In questo modo, per voi visualizzatori e visualizzatrici sarà possibile riconoscere fin dai primi minuti di visione
se la discussione sarà incentrata sulla trattazione di un argomento tecnico o su quella di un argomento artistico, direttamente dall’osservazione dell’arredamento.
Nel realizzarla, ho cercato di renderla un poco variegata in ambito di colori e sfumature,
proprio per stimolare l’idea di creatività artistica che permea le discussioni che qui verranno imbastite.
Non ci ho inserito niente di che:
uno dei quadri realizzati da mia madre (che nel tempo libero dipinge),
una libreria a muro piena di altri libri ingialliti e impolverati,
un altro tappeto in fibra sintetica con fantasie marine,
un caminetto decorativo con tanto di fiamme finte,
una TV a tubo catodico con una ricezione non proprio ottimale,
il teschio di un greaser che ho riconvertito in portamatite
(maledetti greasers, Arghhh!!)
un bersaglio per quando mi diletto nel tiro con le freccette,
e due origami (un cane e un cigno) che ho composto in quattro e quattr’otto come riempitivo;
ah, dimenticavo la scatola piena di vecchie VHS che guarderò senz'altro non appena riuscirò a metter le mani su un videoregistratore.
Come ho detto, niente di particolarmente sorprendente.
Bè, senza perdere ulteriore tempo, mi accingo subito a parlare della mia visione personale sulla musica.
Io mi considero un banale fruitore delle opere musicali, perché non conosco e non comprendo affatto i meccanismi
e le logiche che stanno dietro alla composizione di una melodia o di un brano cantato,
ma mi limito semplicemente ad ascoltare con orecchio da “profano”.
Sono sprovvisto di conoscenze in ambito di metrica, di riconoscimento della posizione di note musicali poste su un pentagramma
(che quindi mi preclude il poter saper decifrare uno spartito),
di un tono vocale curato (infatti sono stonato quanto lo è una cerniera che cigola..!),
e l’assoluta mancanza di esperienza, nozioni e abilità necessarie per poter suonare uno strumento musicale.
In questo senso, le fondamenta della musica sono sempre state incompatibili con le mie capacità di comprensione,
soprattutto durante le ore di lezione dedicategli nei tre anni delle medie.
Strimpello ogni tanto una piccola armonica a bocca che mi regalò mio padre a 12 anni, ma giusto per diletto personale
e con nessuna pretesa nell'avere una qualche abilità nel riuscire a farlo, sia chiaro.
Tuttavia, la musica si rivelò essere un prezioso strumento antistress in quel particolare periodo in cui mi stavo affacciando,
come molti altri miei coetanei, all'età adolescenziale;
e proprio allora scoprì quello che, da quel momento in poi, sarebbe stato il mio genere musicale preferito:
il jazz.
I primi brani che ebbi modo di ascoltare furono quelli scritti e composti da Edward Kennedy Ellington, un grande compositore e direttore
noto al pubblico principalmente con il titolo di “Duke” (ovvero “duca”) che li fu affibbiato da un suo amico d’infanzia per esaltare la sua pacatezza e il suo acume,
virtù che traspaiono dalle sue composizioni musicali e con le quali diede una forte scossa creativa nell'ambiente del jazz della prima metà del ‘900,
portando così alla fioritura del periodo d’oro di questo genere.
Un suo brano in particolar modo, intitolato “Aurora Borealis”, mi suscitò così tante emozioni sia in fatto di ritmo che di armonia della mente,
che mi spinse a ricercare altri suoi brani e altri musicisti del genere, portandomi a conoscere innumerevoli artisti musicali di pari bravura e competenza,
come Louis Armstrong,
Ella Fiztgerald,
Cole Porter,
Bobby Darin,
Joe Williams,
Dinah Washington,
Glenn Miller,
John Coltrane,
Dizzy Gillespie,
Chick Corea,
Shirley Horn,
e molti altri che non starò qua ad elencare, altrimenti non la finirei più..!
Non mi riesce possibile spiegare le sensazioni che questo genere musicale mi riesce a trasmettere, ma posso assicurarvi
che l’ascolto delle canzoni che ne fanno parte mi ha aiutato e mi aiuta ancora oggi a mantenere e beneficiare di uno status di rilassatezza e calma profonde,
permeando con la sua ritmica la totalità del mio animo.
Nello stesso periodo, mi avvicinai anche allascolto di altri generi musicali quali il blues, lo swing, il country, e l’alternative rock.
Quest’ultimo lo scoprì attraverso il gruppo, oramai sciolto ahimè, dei R.E.M. o AːR.IːˈEM/, a seconda della pronuncia con la quale li si vuole chiamare.
Le loro canzoni, a tratti malinconiche ma con una profonda e velata nota di musicale gioia, conquistarono il mio animo da adolescente dell’epoca,
e mi aiutarono a superare quei grigi pomeriggi in cui, per una cosa o per un’altra, il mio umore non era proprio dei migliori.
In questo mi aiutarono molto due dei loro album che personalmente preferisco in assoluto all’interno del loro repertorio,
ovvero “Automatic fo the People” e “ Monster”,
le cui canzoni mi hanno sempre coinvolto emotivamente e hanno sempre avuto la capacità di farmi scordare
per un breve tempo le tribolazioni che mi stavano affliggendo in quei momenti di pesantezza mentale.
Durante il periodo delle superiori, poi, riconobbi la valenza di alcuni artisti esponenti della musica nostrana,
e diventai un appassionato del lavoro artistico del cantante pugliese Caparezza e del gruppo milanese Elio & le Storie Tese.
Le loro canzoni mi catturarono fin da subito per via dell’ampia varietà di tonalità e strumenti impiegati e per i testi brillanti in esse presenti.
Nello specifico, il primo artista mi colpì perché, per quanto io non sia un estimatore del genere rap,
si differenziava e si differenzia tutt'ora dagli altri esponenti di questo genere per l’originalità dei temi trattati nei suoi brani,
che non vertono su sparatorie da strada o ricordi di fanciullezze tormentate, ma trattano in maniera ironica (e con l’ausilio di velate critiche)
temi sociali quali la politica e il buon costume italiano, arricchendo il tutto con un numero inenarrabile di citazioni,
spaziando però tra tante combinazioni melodiche diverse tra loro e mai banali.
A mio parere, proprio nel periodo in cui cominciai a conoscerlo che Caparezza riuscì a trovare, come cantante,
un suo equilibrio e una sua maturità artistica ben consolidate, e queste caratteristiche traspaiono negli ultimi tre album che ha pubblicato,
ovvero “Le Dimensioni del Mio Caos”, “Sogno Eretico” e “Museica”,
ognuno diverso dall'altro sia per stili che per musicalità trattate, ma dai testi ispirati tipici dell’artista.
Per quanto riguarda invece Elio & le Storie Tese, il punto che mi ha maggiormente colpito di questo gruppo ecclettico
è la loro costante ricerca di un nuovo espediente per sorprendere ogni volta il pubblico che ascolta i loro pezzi,
travolgendoli con il loro apparente no-sense che tuttavia segue una sua particolare logica di fondo.
Questo stratagemma, proprio come nel caso di Caparezza, viene utilizzato per ironizzare sull'attualità e sulle convenzioni sociali tipiche del nostro paese,
senza privarsi anche loro del caratteristico citazionismo che contraddistingue i testi delle loro canzoni.
Uno dei loro album più ispirati in questo senso, oltre ad essere condito con un leggero pizzico di politicamente scorretto,
è “Italyan, Rum Casusu Çikti”
(sì, una pronuncia non proprio facile, per questo titolo scritto in turco... e del quale vi consiglio di ricercare la storia al riguardo, abbastanza curiosa).
Questo disco è descrivibile come un turbinio di generi diversi, musicalità e ritmi variegati,
che riesce ad impastare egregiamente temi di attualità ed ironia tagliente,
il tutto condito con richiami alla narrazione cinematografica e al lessico televisivo.
E attraverso questi due esempi così distinti ma così altresì simili tra di loro,
ho trascorso gli anni delle superiori approfondendo l’ascolto dei loro pezzi,
contribuendo ad alimentare quella che è la mia crescita culturale in termini artistici.
Tutt'oggi sono questi che ho elencato i generi che ascolto principalmente,
e che mi hanno portato negli anni a concepire la musica come uno strumento polivalente,
che permette di bilanciare e gestire, proprio al pari di una valvola di sfogo, i vari stati d’animo che si presentato nelle diverse situazioni d’ogni singolo giorno.
E che può essere usufruita da tutti coloro lo desiderino, anche da chi, come me, non la può apprezzare nella sua interezza tecnica.
Qualora condividiate i miei stessi gusti in fatto di musica o abbiate altri generi musicali preferiti,
abbiate competenze approfondite su questa forma d’arte o siate come me dei semplici fruitori,
e ne vogliate discutere, riferitemelo pure qui sotto, se volete, con dei commenti: ancor meglio se saranno argomentativi…
La discussione, il continuo confronto e lo scambio di vedute
(soprattutto quando si parla, come in questo caso, di cose che piacciono),
sono sempre una grande opportunità di crescita personale…
Se siete arrivati fino a questo punto nella visualizzazione,
vi ringrazio per aver avuto la pazienza di ascoltarmi,
e spero di aver acceso la scintilla della discussione in voi, su questo argomento.